Riusciro' a dimenticarla?


Stavo con la mia piccola barca a remi poco lontano dalla riva… non più di quattro metri.
Era ancora chiara alla vista la spiaggia quando, come per incanto, dall’acqua emerge una sagoma, una donna dalla bellezza indefinibile… spalanco gli occhi abbagliati dal riverbero di luce che si riflette nell’acqua, li stropiccio, ma il suo viso bellissimo, i suoi capelli d’oro… per me era una sirena!
Frastornato, non riuscivo a muovere labbro.
Come un eco ho sentito che mi chiedeva aiuto, ma io immobile continuavo a fissarla.
L’eco ripetuto di lei che mi chiedeva aiuto… “mi fai saliere?”, “mi fai salire?”… mi risveglio da questo torpore e così le porgo la mano… sale!
Stavo con la mia barca, e tra attimi di silenzi interrotti da silenzi interrotti da sguardi intensi, ci siamo presentati.
Lei era incantevole e sembrava uscire da una fiaba.
Ed io, avrei voluto solo fermare il tempo, avrei voluto trasformare quell’attimo in eternità!
Stavo con la mia barca… le parole servivano a ben poco… il nostro linguaggio era fatto di sguardi, sorrisi e gesti.
Approdati nuovamente sulla spiaggia, sul bagnasciuga, leggevano le nostre impronte, nell’andare e nel ritornare ripetutamente, accompagnati dall’ultimo raggio di sole.
Mio Dio, desideravo solo fermare il tempo, l’avrei voluto davvero, avrei usato tutte le mie forze fino allo stremo!
...ma sapevo di non poterlo fare!
Ho vissuto come in una fiaba, e come tutte le fiabe che si rispettano, il ricordo di lei, evanescente, che scivola dalle mani ma non dal cuore.
Lei, la mia dolce sirena, il mio dolce ricordo… ti penso, ti penso, perdutamente ti penso!
Paolo
Di Domenico
Pubblicata il 29/09/2018
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